lunedì 22 giugno 2015

Farebbero bene, i greci, a non pagare i debiti?

Oggi si terrà il vertice europeo che permetterà, forse, di raggiungere un accordo con il governo greco. Intanto, è di questi giorni la notizia che il comitato di verità sul debito pubblico di Atene sostiene che esso sia: illegale, illegittimo e odioso.

Diversi paesi, nel corso della storia, hanno tentato questa strada per ripudiare il debito pubblico (qui). Al di là dei motivi di diritto internazionale che spingono un governo a questa decisione, che io non ho i mezzi per giudicare, le conseguenze di un atto del genere sono quelle della bancarotta. Oggi si parla, più elegantemente, di ristrutturazione del debito oppure di haircut.

Sia chiaro che ai creditori, e ai futuri investitori, importa poco del perché loro non rivedranno i soldi indietro. Quindi, per quanto sul piano storico e culturale sia importante affermare la verità sul debito pubblico greco, sul piano finanziario fa poca differenza.

E qual è la verità? Innanzitutto che il debito pubblico greco non è causa della crisi greca ma, casomai, ne è solo la diretta conseguenza. E che se si vuole capire la causa, è inutile, anzi fuorviante, concentrarsi sul settore pubblico e sulle sue spese.

Se osservate il grafico qui sotto, potete notare come il debito pubblico greco (linea blu) sia rimasto, alto ma stabile dal 1995 al 2008 (anno di inizio della crisi). Nello stesso periodo quello privato (linea rossa) è praticamente esploso. Nel periodo successivo al 2008, il debito pubblico ricomincia a correre mentre quello privato, ad eccezione di un'impennata tra il 2009 e il 2010, si stabilizza.

Come potete osservare in questo grafico, il debito privato (i dati li trovate qui) è la vera ragione scatenante della crisi economica greca. Infatti, il debito pubblico  (i dati li trovate qui e qui) rimane stabile per tutto il periodo precedente il 2008.
Cos'è successo? L'euro ha permesso ai greci (imprese e famiglie) di indebitarsi sempre di più. Perché gli investitori, prevalentemente banche francesi e tedesche, non correndo più il rischio di cambio hanno approfittato dei, relativamente alti, tassi d'interesse concessi dall'economia greca. Come spiega bene il vice Presidente della Banca Centrale Europea in questo discorso, tenuto proprio ad Atene nel 2013, la responsabilità di quanto accaduto non va imputata ai debitori greci ma ai loro creditori del nord Europa.

<<Da dove sono arrivati i finanziamenti che hanno fatto esplodere il debito privato? Un particolare aspetto del processo di integrazione finanziaria in Europa dopo l'introduzione dell'euro è stato un maggior incremento nelle attività bancarie intraeuropee. Le esposizioni finanziarie delle banche dei paesi creditori nei confronti di quelle dei paesi debitori sono più che quintuplicate tra l'introduzione dell'euro e l'inizio della crisi finanziaria>> Vitor Constâncio (Vice Presidente della BCE).

Il risultato, è un progressivo aumento del debito estero Greco che, come vedete nel grafico qui sotto è stato "curato" (si fa per dire) con un forte aggiustamento della bilancia delle partite correnti eseguito tramite le solite politiche di austerità che hanno messo in ginocchio l'economia greca.

Questo grafico mostra il deterioramento del saldo delle partite correnti avvenuto in Grecia negli anni duemila, che peraltro erano allarmanti ben prima che avesse inizio la crisi, e la correzione avvenuta successivamente al 2008 tramite l'austerità. I dati sono disponibili qui.
In realtà, più che un cura si è trattato di uno spostamento del problema. Infatti, come potete osservare dal grafico del Sole24Ore (qui) la Troika ha permesso alle banche francesi e tedesche di rientrare dei loro investimenti in Grecia tramite il fondo salva stati europeo (MES). In pratica ora i greci sono sempre più indebitati, ma meno con le banche private, e di più con il MES pagato dai soldi dei contribuenti europei. Tra l'altro, come potete osservare proprio dal grafico del Sole24Ore, chi ci ha rimesso di più siamo noi italiani che in Grecia avevamo investito molti meno soldi di Francia e Germania. Insomma, ci hanno usato come un bancomat per salvare i loro pessimi investimenti. E questo vale sia per noi, che per i contribuenti tedeschi e francesi.

Perché capire tutto questo meccanismo è importante? Per il semplice fatto che, il debito greco (e non solo quello pubblico) è sì odioso, illegale e illegittimo non saprei, ma se non si interrompe il meccanismo che lo ha provocato, l'euro, rifiutarsi di ripagarlo è solo un altro modo per spostare il problema di qualche anno.

Concludo con una piccola perla. In questi giorni mi è capitato anche di sentire il Professor Romano Prodi affermare (qui) che, quando lui era a capo della Commissione Europea, si era accorto che i conti della Grecia non erano proprio a posto ma che fu messo a tacere. La verità di Romano Prodi, comunque a scoppio ritardato, che consiste nel dare la colpa al governo che truccava i conti è l'ennesima foglia di fico, messa lì per provare a nascondere un problema che, nonostante gli imbrogli, era troppo grande per non essere visto. Era infatti ben noto a tutti, Prodi compreso, che il saldo delle partite correnti greche fosse fuori controllo già dai primi anni 2000. Lo potete vedere dal grafico qui sopra. Che i conti fossero truccati o meno, non fa alcuna differenza. Gli artefici dell'euro hanno rimandato il problema finché hanno potuto, e a tale scopo hanno anche permesso al governo greco di truccare i conti, perché erano proprio loro, in definitiva, i responsabili di quanto stava accadendo!










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